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fine giugno 2009
Verso Agra
La
felicità più eccitata trascorreva stamane tra le fronde
della casa di Kailash animava di un'incontenibile allegria Purti,
sollecitatava Ajay ai preparativi del viaggio, ostinava Kallu ad
attardarsi nell imbandirmi una colazione squisita- un'omelette
guarnita di panir, un chappati saporito idi zero zero atta
lievitata,-, nel calore infernale ella sua cucina, tanto poteva
felicitarli anche la sola idea di mettersi in moto per Agra.
Poi,
prima ancora di Chhattarpur, l'ulti del vomito avrebbe tarpato le ali
all'allegria di volo di Purti, e l 'intorpidimento della stanchezza
incipiente avrebbe assorbito nello stesso sonno dei suoi piccoli
Kallu, che avevo ritrovato già sveglio e intento ai bagagli,
quando mi sono destato alle quattro del mattin. In cielo corrono e si
addensano veloci le nuvole dei monsoni in arrivo, come si addensano
veloci i turbamenti della mia felicità trepida, contenta che
la mia vita presente consista nel procedere in autobus oltre
Chhattarpur verso Jhansi, tra i campi e i letti dei fiumi assetati
del'acqua in arrivo.
Al mio arrivo in India ero esaltato dal
ritrovarmi per la prima volta , da che vi giungo, nella luminosità
estiva di una Delhi sitibonda, ancora riarsa dalla siccità che
inaridiva ogni stelo d'erba , prima che oscurassero in un istante la
mia ebbrezza i due ragazzini che tra Pahargangi e la stazione di
nuova Delhi mi derubavano del portafoglio che incautamente tenevo in
una tasca laterale, il primo giorno del mio nuovo soggiorno in India,
dopo che avevo appena depositato ogni bagaglio in hotel, smanioso di
dotarmi già del biglietto del primo treno che avrei preso
della nuova linea da Nizamuddin a Khajuraho, di incontrare già
l'indomani Kallu e i suoi bimbi.
continua
30 giugno 2009
3 luglio
In Fatepur Sikri ho
lasciato che la Rumi Sultana e il Birbal Bhavan fossero solo il
teatro dei loro giochi a nascondino per Purti ed Ajay, piuttosto che
insistere a che fossero l'ambito dell'estremo tentativo di volgere
gli occhi di Ajay alla bellezza dei loro rilievi, dopo quanto invano
, venerdì, mi sono tormentato l'anima a che il suo sguardo si
levasse a minareti e cupole del Taj Mahal, verso l'incanto perpetuo
nel tempo della sua grazia funeraria, che si aggirasse tra i chahar
bagh come tra i giardini dell'anima. Con Kailash, a sua volta, ho
dovuto scongiurare che lo scrosciare beneaugurante della prima
pioggia monsonica in Agra , fosse il precipitare di un
chiarimento dissolutorio, quando a tavola, ieri sera, al ristorante,
mi ha detto che se non fosse per la debolezza del grembo di Vimala,
di bambini ne vorrebbe ancora altrettanti quanti ne ha.
Meglio
che il sonno ora tutto assopisca, che si compia ora la vita presente,
che sappia viverla nel bene che mi si offre a ogni istante,
nella luce indiana di questi miei giorni, nella infinita grazia
incessante delle bizze femminee e delle impuntature di Purti,
come della gioiosità vitale di Sumit che ha allietato il mio
rientro nella casa di Kasilash, in cui il suo corpo si
conquistava gli spazi e la presa delle cose, della quieta splendida e
distante degli occhi di Ajay, anche quando nel Taj Mahal,
si fissavano a perdersi al suolo in ogni conduttura sotterranea, o
nelle acque nerastre dello Yamuna per additarmi il cobra che vi
nuotava, che a mia volta non avevo occhi per vedervi serpeggiare,
della delicatezza rispettosa con la quale Kailash lascia
trascorrere ogni mio alterarmi e turbarmi, al crollo delle mie
aspettative, al' incombere del futuro in ansie ed angosce.
Ancora una settimana fa ero di ritorno
da Agra e Fatephur Sikri con Kailash, Purti ed Ajay.

L ultimo giorno del nostro viaggio
l'avevamo trascorso visitando in Sikandra il mausoleo di Akbar, da
cui facevamo frettolosamente ritorno in Agra per vedervi la tomba di
Itimad-ud-Daulah.
Di particolarmente memorabile resta la
mia sfuriata contro i due piccoli, quando nel ristorante ch'è
all'uscita del mausoleo di Akbar, si sono spartiti in un battibaleno
tutti i pokora che erano stati serviti in tavola, lasciandone solo
uno a testa a me e a Kailash. Con la fame che stava alimentando la
mia ingordigia, a farmi invelenire era che avevo fatto appena in
tempo a portarmene uno alla bocca, e che il suo sapore si era
rivelato squisito.
Il loro papà, daddy Kallu, che
nel frattempo era uscito a noleggiare il motorisciò che ci
avrebbe precipitato alle delizie d'oltre vita dell'edificio
sepolcrale di Itimad-ud-Daulah, avrebbe ulteriormente messo in crisi
la celestialità a cui aspiravo ad elevare con me almeno Kallu
ed Ajay in quelle case della gioia eterna, di cui non finivo di
magnificare a loro i giardini di delizia del chahar bagh, tra cervi e
pavoni reali e lo svettare di palme, di alte piante secolari, quando
ha sottoposto il telaio dei miei occhiali al suo piede
schiacciante...
Da allora , in attesa del parto di
Vimala, non ho lasciato Khajuraho che per il villaggio di origine di
Kailash, mentre sono riprese le scuole per Ajay, sono felicemente
cominciate per Purti.
L'altro ieri il cognato di Kailash è
venuto a riprendersi il figlio che a sua volta deve tornare a scuola,
al quale ho lasciato in dono la Storia di Hanumah.
Intanto, da otto giorni a tutt'oggi ,
nella settimana ventura, “ a new baby can come every day”,
come dice Kailash, il parto di Vimala può iniziare il suo
corso.
E per ora un'attesa senza aspettative
d'amore per il nascituro. ch'è nel grembo di Vimala, il cui
sgravarsi ci si illude che sia una liberazione per tutti. Intanto
finisce il pianto di Sumit, iniziano i lagni di Purti, nel
contendersi ogni cosa che l'uno ritrova nelle mani dell'altra.
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